Uscita lunga di Maurizio.

Maurizio si è fatto un'uscita rivelatasi intensa la mattina con un gruppo di altri Polverosi, ed il pomeriggio con Marco ha completato la giornata in enduro.

26 febbraio 2022


Scrive Maurizio:

Sabato 26 febbraio, turno moto nell'alternanza con la MTB.
Giampaolo rilancia un giro sulle tracce dell'ultima moto cavalcata del Sud Est, ormai da annoverare tra i ricordi lontani.
Danilo ha pressi e quindi propone giro veloce in zona burranca in modo da concluderlo per pranzo.
Opto per la proposta di Danilo pensando di accoppiarci il giro a monte paulis con lo zio, nel pomeriggio.
Sono da un pezzo che non esco in moto e oltretutto sono anche senza la stradale. L'ultima volta è stata l'uscita a Domusnovas.
Da allora avrei dovuto rivedere il precarico dell'ammortizzatore posteriore e cambiare la gomma; non sono riuscito a fare nulla, naturalmente.
L'appuntamento è alle 9,30 a Simbirizzi e ci sono anche Enrico, con qualche problema di mal di schiena, Giuseppe e i fratelli Carlo e Sandro.
Arrivo in anticipo di una ventina di minuti e ne approfitto per farmi un giro nel percorso di Simbirizzi anche perché fa freddino; molto sputtanato, pieno di buche e avvallamenti. Faccio questo giro e già mi stanco .
Torno all'appuntamento e in breve arrivano tutti.
Chiediamo a Enrico di indicare la strada.
Si opta per un giro tranquillo verso Burcei con rientro dal solito percorso che parte dall'immondezzaio di Burcei.
Il giro si snoda scorrevole e senza problemi.
Alle 11,30 c'è ancora tempo per girare ; propongo di andare ai cassonetti e mi raccontano di novità varie in quel posto.
Danilo e Enrico propongono invece di fare qualche tagliafuoco tranquilla.
Alla fine si arriva in un punto da cui si nota, da lontano, una tagliafuoco che Danilo dice essere tranquilla e che dovrebbe portare fino alla SS125.
Ci guida su una stradina fino ad una piazzola che domina la tagliafuoco.
Ci fermiamo; la tagliafuoco vista dall'alto sembra ben più tosta che non da lontano.
Ci spiega Danilo che si ricongiunge più giù ad una strada del reticolo di Burranca come se la conoscesse già.
Enrico, vista la situazione e considerato il suo mal di schiena, opta per andarsene ed aspettarci in un punto convenuto, da cui si vede tutta la tagliafuoco.
La tagliafuoco nel suo lato di monte è limitata da una recinzione di un terreno di pertinenza di una casa (come cazzo si fa a costruire una casa in un posto del genere?).
Mi avventuro per primo.
Pendenze, rocce, buche, poi la pendenza si riduce e tiro un sospiro di sollievo.
Invece la pendenza aumenta di nuovo e ad un certo punto mi trovo un punto con una radice a sinistra, un blocco di roccia a destra e un fosso profondo dopo.
Inevitabilmente cado.
Non mi faccio nulla ma riesco a rialzarmi e a vedere che più a destra c'è un percorso più agevole.
Lo segnalo agli altri che seguono e io stesso rialzo la moto e la porto su questo percorso. Nella parte alta questo percorso è bloccato da un albero caduto.
Da lì continuo a fare calare la moto con molta prudenza perché ci sono molti gradini, buche e radici.
Ci sono anche i resti di un gatto bianco.
Ad un certo punto troviamo un'uscita verso il basso ma sembra che la pista principale prosegua con meno pendenza .
Andiamo avanti fino a scoprire che il percorso si interrompe su un burrone, discendibile forse con difficoltà e fune, a piedi (mani e piedi).
Che si fa?
Addirittura qualcuno pensa pur di uscire da quella situazione ..... si taglia la recinzione della casa che sta sopra di noi e si entra nel piazzale per poi andare via.
Abbiamo fune per aiutarci a tirar su le moto.
Si scarta l'idea perché non si capisce bene se fattibile.
Si torna indietro; tosta, rifare la tagliafuoco in salita !
Vado a piedi a ispezionare l'uscita che prima non abbiamo considerato.
Dopo alcune centinaia di metri si arriva su una pista percorribile senza problemi.
Optiamo per questa soluzione.
Il problema è girare le moto e riportarle fino all'innesto del sentiero di uscita.
Un mazzo!
Aiutandoci ci riusciamo.
C'è freschetto ma sudiamo come matti.
Intanto Enrico dall'alto vede e filma tutto e telefona per suggerire di tornare in cima alla tagliafuoco (sarebbe stato peggio).
Alla fine va tutto bene e abbiamo riempito il tempo che ci residuava.
Viene proposto di ricordare questa discesa come quella del gatto morto.
Da lì molti sgommano verso casa mentre io, Carlo e Sandro ci fermiamo al frutteto a bere e a farci un panino, mescolandoci a molti altri enduristi di rientro dai loro giri, fra cui Cesare con Sergio Poli.
Finito il panino mi muovo per raggiungere lo zio al kalabar.
Entro a Piscina Nuxedda e da li prendo lo sterrato per Santu Lianu.
Sempre uguale a se stesso.
Quando giungo quasi alla fine sbaglio e anziché finire in prossimità dell'ovile prima della discesa verso l'asfalto, tiro dritto e finisco su un traliccio dell'alta tensione.
Mi accorgo di aver sbagliato, ma vedo che c'è una pista aperta da poco da taglialegna che si infila nel boschetto e la seguo, pensando che possa sbucare dove voglio andare.
Una figata di percorso con saliscendi da terrazzamenti.
Dopo un po', anche se mi stavo divertendo ,. Ho realizzato che mi stavo imboccando sempre di più e che potevo anche rischiare di non riuscire a tornare indietro perché ero da solo.
Inoltre manco per il cazzo che andava verso Santu Lianu; tornava verso l'interno.
Sarebbe bello tornarci apposta ad esplorarla.
Torno indietro, riprendo la strada giusta, faccio benzina a capitana (a quasi due euro a litro !!), e raggiungo lo zio.
Saliamo a Monte Paulis che il cielo si sta scurendo.
Noto che fin oltre la casa in pietra la strada è stata graderata e ricaricata di misto, poi ridiventa sempre lei.
Qualche sfigato con un'auto ha sfondato la coppa dell'olio perché c'è ampia traccia all'altezza del bivio fiume.
Lo zio è ispirato nel fare foto in nuovi punti e sfoggia un supercellulare che stona in modernità se poggiato sul titieddu per scattare qualche autoscatto.
Siccome mi vede stanco mi evita proposte particolari e finiamo classicamente per girare a Monte Mela.
Dopo altre foto artistiche e una sistematina all'ingresso di monte mela, andiamo al kalabar e vediamo i video che nel frattempo ha inviato Enrico.
Segue rientro a casa (150 km).
Spero di continuare a raccontare giornate così ancora per un bel po'.
Alla prossima


l'uscita di Maurizio di mattina, il pezzo impegnativo:


foto tratte dal video, si procede in discesa a fianco delle moto


l'uscita del pomeriggio con Marco






un panorama


ed un'ombra nella quale il caso ha voluto che le irregolarità della parete rocciosa siano corrisposte alle sembianze del motociclista,
pettorina-casco-occhiali-pantaloni.
.... circostanza irripetibile!



Saluti a tutti, alla prossima !!!